Impegno italiano

Occupiamoci di cultura

Dispiace dirlo ma Matteo Renzi all’assemblea del Pd, ha dimostrato idee per lo meno confuse sulla politica estera. Egli ha detto che con la guerra in Siria si potrebbe rischiare una nuova Libia. Ma a voler essere precisi, un intervento armato in Siria contro i ribelli, sarebbe l’esatto inverso di quanto avvenne in Libia, quando la Nato colpì il regime di Gheddafi. Tanto è vero che all’inizio della guerra civile siriana, gli Stati Uniti d’America volevano aiutare il fronte anti Assad e per la verità lo hanno aiutato, se non con la cautela dovuta al sorgere del fenomeno dell’Is preso in un primo momento sottogamba. L’Is in Iraq era solo la minoranza sunnita estromessa dal governo sciita, per quanto fosse capace militarmente, era priva della speranza politica di ritornare al vertice del paese. Ma appena i ribelli iracheni trovarono un mullah integralista che si rivolge all’intera umma sunnita come al Baghdadi, ecco che le cose cambiano rapidamente, e in Siria l’Is iniziò ad espandersi a macchia d’olio. Dove il combustibile lo forniva l’odio verso il regime di Assad. Probabilmente solo in quel momento gli americani si sono resi conto di come il concetto di democrazia occidentale messo alla prova del medio oriente venga stravolto. Il popolo arabo in rivolta non chiede una autodeterminazione come i coloni della Nuova Inghilterra che formarono per primi l’esercito di George Washington, ma una guida spirituale. Altrimenti, magari si ribella lo stesso, è accaduto contro l’impero ottomano, ma poi si rinchiude nelle sue tribù, una contro l’altra. Assad, come Gheddafi e come Saddam del resto, sapeva perfettamente tenere unito sotto di se con quel popolo con la frusta, che vale quasi come il Corano. L’Is, invece maneggia il Corano ed è molto meglio della frusta, tanto che gli americani sono diventati più sfumati circa l’avvenire di Assad, e per i francesi è un problema minore. Non lo può essere per la Turchia invece, come altrettanto non lo possono essere i curdi, o i russi. Non è un caso che negli unici stadi di calcio dove non si sono commemorate le vittime di Parigi, sono quelli turchi. Per i turchi il problema minore è l’Is, perché per loro sarà sempre meglio uno Stato islamico che la nascita dello Stato curdo, o il laicismo nazionalista siriano, e peggio ancora l’incubo di sempre, l’orso russo ai confini. Per questo non sarà facile la guerra all’Is, nemmeno quando si è più meno capito come farla. Se poi l’Italia davvero non ha ancora chiaro che cosa stia accadendo, scambiando fischi per fiaschi, meglio che resti fuori del tutto. Renzi ha parlato di impegno culturale, contro il terrorismo. Eccellente, occupiamoci di cultura, sperando che quelli abbiano altri da andare ad ammazzare in cima alla loro lunga lista.

Roma, 24 novembre 2015